Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 628 Lo Spirito Santo non risponde alle suppliche, ma la preghiera non è una forma di supplica?

 

D #628: Mi sento piuttosto confuso in merito alla preghiera. Ho capito che il perdono significa vedere che qualcosa che desideri cambiare è stato fatto dall’ego. Accetti e riconosci questo come vero. Poi chiedi allo Spirito Santo la vera percezione di questa cosa. Capisco che lo Spirito Santo non risponde alla preghiere di supplica. Ma chiedere la vera percezione non è un tipo di preghiera di supplica?

 


R: Un Corso in Miracoli insegna che il perdono è un processo in cui riconosciamo che qualsiasi rancore serbiamo verso qualsiasi persona, evento o cosa è il risultato di una proiezione di colpa. La colpa ha origine nella mente quando viene compiuta una scelta di essere separati da Dio e dagli altri. La mente cerca di liberarsi da questa colpa proiettandola su qualcosa di esterno a sé. Poi si dissocia dalla responsabilità per la scelta della separazione, nega la colpa e incolpa qualcosa o qualcuno per la causa del disagio. Il processo di perdono inizia con la disponibilità a guardare i nostri rancori alla luce di questo insegnamento. Ogni qualvolta ci troviamo ad incolpare qualcuno o qualcosa per le nostre sensazioni di rabbia, vittimismo, abbandono, ecc., ci viene chiesto di ricordare che la fonte della nostra sensazione è la colpa nella nostra mente per la scelta della separazione, non la situazione o la persona che stiamo accusando. Questo è quanto intende il Corso quando ci dice di: "…perdonare il Figlio di Dio [nostro fratello] per ciò che non ha fatto " (T.17.III.1:5).

Siccome abbiamo negato la nostra identità di mente e abbiamo un forte attaccamento alla nostra identità di corpi, questo non è un processo facile da praticare. Ed è qui che entra in gioco la “preghiera”. Il Corso non ci dice che lo Spirito Santo non risponde alle preghiere di supplica. Ogni preghiera inizia con una supplica. Siccome percepiamo Gesù e lo Spirito Santo come separati da noi, la nostra esperienza è che chiediamo loro di aiutarci. Essi rappresentano la parte della nostra mente che ricorda la nostra vera Identità di innocente Figlio di Dio. La preghiera è in realtà un modo per ricordare a noi stessi che abbiamo una mente con il potere di scegliere "un altro modo" di guardare qualsiasi situazione. Il fatto stesso di riconoscere la percezione errata come una scelta sbagliata è già un altro modo di guardare ed è di per sé la risposta alla preghiera di vedere in modo differente. Non è tutta la storia, ma è un buon inizio. Una volta arrivati così avanti nel processo, abbiamo l’opportunità di accettare che la percezione dello Spirito Santo sia vera e che saremmo più felici se lasciassimo che essa sostituisse tutti i giudizi su di noi e sugli altri che abbiamo usato per mantenerci radicati nell’illusione della separazione. Anche questa è una preghiera nel senso che esprime il nostro desiderio di ricordare questo processo ogni volta che ci troviamo a giudicare e siamo turbati per le persone e le circostanze della nostra vita.

La nostra preghiera sarà allora di ricordare e la risposta sarà il ricordo. Ecco come ci uniamo con lo Spirito Santo nella nostra mente e Gli permettiamo di insegnarci come rimanere alla fine lì con Lui. È la preghiera descritta in Il Canto della Preghiera (Supplementi di Un Corso in Miracoli), secondo cui "Chiedi … di ricevere ciò che è già stato dato; di accettare ciò che c’è già" (CdP.1.I.1:7).