Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 695 Se una mente fosse libera dalla colpa, come potrebbe una qualsiasi richiesta essere percepita “assurda”?

 

D # 695: Questo ha a che fare con la vostra risposta alla Domanda #465 riguardante T.12.III.4. Un corso in miracoli ci insegna che il mondo è un riflesso della mente (“l’immagine esterna di una condizione interna” [T.21.in.1:51]). Perché mai qualcuno dovrebbe chiedere ad un essere altamente illuminato di fare qualcosa di assurdo? Significa forse che a qualcuno come Sai Baba non si potrebbe mai fare una domanda assurda? Secondariamente, se la mia mente è libera dalla colpa come potrebbe mai qualcuno chiedere qualcosa di “assurdo”? Una mente libera dalla colpa non rifletterebbe la colpa nemmeno sotto forma di domanda. Pensavo che quando “si arriva” essa non appare nemmeno. Ecco perché ritengo che questo sia in contraddizione con l’insegnamento di amore o paura, luce o oscurità. Se queste sono polarità allora in che modo l’amore e la paura possono essere presenti contemporaneamente?

 

 

R: Prima di tutto Gesù rivolge il suo insegnamento a menti non guarite, che proiettano ancora la colpa. Una mente libera dalla colpa, come dici tu, non attaccherebbe mai né si sentirebbe attaccata. All’interno del sogno una mente guarita potrebbe essere oggetto di attacco da qualcun altro, come è stato il caso di Gesù che ha percepito che altri lo stavano attaccando, ma lui non ha fatto esperienza di quell’evento come di un attacco. Potrebbe essere a scopo di insegnamento che una mente guarita sceglie di essere in quel tipo di situazione.

 

Come esempio di ciò che Gesù insegna, diciamo che tu insisti che io vada in un negozio ad acquistare qualcosa che ti serve. Io immediatamente mi scaglio contro di te e rabbiosamente rifiuto di andarci dicendo “E’ assurdo! Hai un bel coraggio nell’insistere che io vada al negozio per te. Vacci tu, e smetti di importunarmi!” Gesù parla di quel tipo di reazione estrema alla richiesta di un’altra persona. Se mi fossi spostato dalla mia mente sbagliata a quella corretta, non avrei giudicato assurda la tua insistenza di farmi andare al negozio per te e non avrei contrattaccato, perché avrei riconosciuto ciò che stavi in realtà chiedendo: di essere salvato dal tuo odio per te stesso e dalla paura di punizione da parte di Dio per il tuo “peccato” di esserti separato da Lui. Stavi chiedendo amore ed avrei risposto a quella richiesta con un amore proveniente dalla mia pace interiore e dalla mia mancanza di opposizione. La forma specifica assunta dall’amore non mi avrebbe affatto preoccupato; vale a dire che avrei fatto quello che chiedevi oppure no. Non avrei avuto alcun senso di imposizione, né mi sarei sentito deprivato dei miei bisogni. Ecco cosa intende Gesù nell’affermare “Non può essere fatta alcuna richiesta ‘assurda’ a qualcuno che riconosce cosa ha valore e non vuole accettare niente altro” (T.12.III.4:8).

 

Gesù ci aiuta ad avere chiarezza in merito al ‘cosa’ e al ‘come’ della salvezza” (T.12.III.5:3). La tua insistenza che io vada al negozio significa che tu credi che la tua salvezza stia nell’ottenere ciò che vuoi. La mia forte opposizione significherebbe che io credo che la salvezza stia nel mio non darti ciò che vuoi. Questo è il problema che Gesù identifica in questo tipo di interazione. In quanto mente non guarita ho semplicemente dimenticato che la mia salvezza, così come la tua, sta nel potere che la nostra mente ha di scegliere contro l’ego e a favore del sistema di pensiero di perdono dello Spirito Santo.