Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 044 Come si perdona

 

D # 44: Come agisco nel mondo della forma prima di essere stato capace di perdonare una situazione? Se agisco con amore, ma senza provarlo veramente, sentirò del risentimento. Se agisco secondo i miei veri sentimenti mi sentirò in colpa. In un modo o nell’altro sono perdente!!!

 

R: In un conflitto con un’altra persona, dato che sembri lottare sul come agire, la chiave è l’essere sempre consapevole della tua motivazione: lo scopo sottostante che esso serve "Ciò che fai deriva da ciò che pensi" (T.2.VI.2:7), come Gesù ci fa notare "è solo a questo livello che puoi operare una scelta …Non ha senso credere che controllare il risultato di un pensiero errato possa produrre guarigione… Devi cambiare la tua mente, non il comportamento, e il farlo è una questione di disponibilità… Cambiamento non significa nulla al livello dei sintomi, dove non può funzionare” (2:6;3:1,4,7).

Siamo creature testarde, non inclini al perdono, sebbene sia la cosa più naturale che possiamo fare in questo mondo. Ma il mondo è un posto innaturale. E così resistiamo a ciò che sarebbe in verità più gentile e più utile per noi stessi. Fintanto che penso che agire amorevolmente verso gli altri sia un capriccio caritatevole che accordo a qualcuno esterno a me che non lo merita (W.pI.126.4:1), qualora mi sentissi trattato ingiustamente sarò risentito se non riuscirò a rivalermi “giustamente” contro di te. Ma se sono in grado di guardare onestamente come mi farà sentire davvero un attacco di rappresaglia su di te, potrò essere più aperto ad una soluzione dettata dalla mente corretta.

Se posso cominciare a riconoscere che la mia reazione nei tuoi confronti non ha nulla a che fare con ciò che hai fatto ed ha tutto a che fare con la colpa nella mia mente, che è la causa di tutto il mio dolore e per la quale cerco sempre un bersaglio sul quale proiettare, ci penserò due volte prima di rinforzare tale colpa nella mia mente con un ulteriore evidente attacco su di te. Il perdono non è un regalo immeritato ed ingiustificato concesso a qualcun altro. È un regalo che offro prima di tutto e principalmente a me stesso. Quando accetto tale regalo per me stesso, allora automaticamente saprò come rispondere a te che mi sei apparso offensivo: ti offrirò, nella forma nella quale è più probabile sarai in grado di accettare, lo stesso regalo che ho appena accettato per me stesso. E non sperimenterò alcun senso di risentimento o di perdita ad esso associato.

Certo, ma cosa succede se sono ancora troppo testardo per credere ed accettare ciò che è veramente nel mio migliore interesse in una situazione particolare — non sono pronto a perdonare perché voglio ancora tenere ben stretto il mio rancore nei tuoi confronti in modo da poter credere che la colpa sia in te e non in me? A questo punto vorrei almeno poter riconoscere che sono ancora identificato con il mio ego, dove le mie "scelte" sembrano essere limitate all’attaccarti apertamente in rappresaglia o al sacrificare il mio diritto alla rappresaglia in una fintamente “amorevole” esibizione di “perdono” (che è ancora un attacco).

Se agisco senza la consapevolezza della mia motivazione sottostante, entrambe le opzioni rinforzeranno la mia colpa. E così, a livello di contenuto, queste scelte non sono affatto realmente diverse. Così ora sarà importante che io sia almeno onesto con me stesso, e riconosca che non è né gentilezza, né un mio diritto, né qualsiasi malvagità in me che mi guida ad agire in qualsiasi modo scelgo alla fine con il mio ego, poiché ho già deciso contro lo scegliere all’unico livello che può aiutare realmente. È la mia paura dell’amore e della quieta, gentile pace che accompagna il rilascio dei rancori ciò che sta dietro la mia resistenza al chiedere aiuto ad un Insegnante differente. Se posso riconoscere ciò e non giudicarmi per questo, allora avrò almeno minimizzato la colpa che rinforzo nella mia mente per il fatto di continuare ad identificarmi con l’ego. E questo è sempre un obiettivo del Corso.