Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 085 Perché il Corso viene definito non-dualistico?

 

D # 85: Nella visione orientale non dualistica dell'Advaita non c'è spazio per concetti quali: la relazione di Causa-Effetto, Padre-Figlio, Creatore-Creazione. Perchè, quindi, sostenere che Un corso in Miracoli è nella sua essenza "non dualistico"? Ciò non provoca confusione?

 

R: Il Corso, nel suo insegnamento, utilizza una terminologia dualistica solamente perchè Gesù sa che il linguaggio della separazione o dualità è tutto ciò che allo stato attuale noi possiamo comprendere. Gesù è molto chiaro in merito a come intende l'uso del linguaggio nel Corso, quindi per rispondere alla tua domanda lasciamo che il Corso parli per se stesso fornendo alcuni passaggi rilevanti:

Il passaggio seguente è il più chiaro in merito:

Siccome credi di essere separato, anche il Cielo si presenta a te come separato. Non che lo sia in verità, è piuttosto che la connessione che ti è stata data per unirti alla verità può raggiungerti tramite ciò che comprendi. Padre, Figlio e Spirito Santo sono Uno, così come tutti i tuoi fratelli si uniscono come una cosa sola nella verità. Cristo e Suo Padre non sono mai stati separati, e Cristo risiede all’interno della tua comprensione, nella parte di te che condivide la Volontà di Suo Padre. Lo Spirito Santo collega a Cristo l’altra parte - il piccolo, pazzo desiderio di essere separato, differente e speciale - per rendere chiara l’unità a ciò che in realtà è uno. In questo mondo questo non viene compreso, ma può essere insegnato… La funzione dello Spirito Santo è di insegnarti come possa essere vissuta questa unità, cosa devi fare per poterne fare esperienza e dove dovresti andare per farla.

Tutto questo tiene conto del tempo e del luogo come se fossero distinti, poiché finché penserai che parte di te sia separata, il concetto di un’unità, unita come Una cosa sola, sarà privo di significato. É evidente che una mente così divisa non potrà mai essere l’Insegnante di un’Unità che unisce ogni  cosa in Se Stessa. E così, Ciò Che è in questa mente, e Che effettivamente unisce insieme tutte le cose, deve essere il suo Insegnante. Tuttavia Esso deve usare il linguaggio [dualistico] che questa mente può comprendere, nella condizione [separazione] in cui pensa di essere”. (T.25.I.5; 6:4; 7:1,2,3,4; corsivo aggiunto).

Ci sono numerosi altri passaggi dove Gesù chiarisce come le fondamenta metafisiche del Corso siano non-dualistiche, nonostante la natura dualistica del linguaggio impiegato. Per esempio, parlando del Padre e del Figlio, parole che fanno pensare a due Esseri separati, Egli dice: Ciò che Egli [il Padre] crea non è separato da Lui, e non c’è alcun luogo dove il Padre finisca, e il Figlio cominci come qualcosa separato da Lui” (L.pI.132.12:4).

E più avanti nel libro degli Esercizi egli dice: “L’unità è semplicemente l’idea che Dio è. E nel Suo Essere, Egli racchiude tutte le cose. Nessuna mente contiene nulla se non Lui. Noi diciamo “Dio è”, e poi smettiamo di parlare, perché in quella conoscenza le parole sono prive di significato. Non vi sono labbra per pronunciarle, né parte della mente sufficientemente distinta da sentire che è ora consapevole di qualche cosa che non sia se stessa. Essa si è unita con la sua Fonte. E come la sua Fonte Stessa, essa semplicemente è.

Non possiamo assolutamente parlare né scrivere e neppure pensare a tutto ciò. Viene ad ogni mente quando il totale riconoscimento che la sua volontà è quella di Dio è stato completamente donato e ricevuto completamente. Questo riporta la mente nel presente senza fine, dove non è possibile concepire passato e futuro. Si trova al di là della salvezza, oltre ogni pensiero di tempo, di perdono e del santo volto di Cristo [che sono tutti concetti dualistici]. Il Figlio di Dio è semplicemente scomparso in Suo Padre, come Suo Padre lo è in lui. Il mondo non è assolutamente mai esistito. L’eternità rimane uno stato costante. (L.pI.169.5.6).

E in merito alla relazione Causa-Effetto, una delle serie di termini dualistici che hai menzionato, Gesù comincia utilizzando termini apparentemente dualistici, ma ne rende poi evidente la vera natura non-dualistica:

Padre, sono stato creato nella Tua Mente, un santo Pensiero che non ha mai lasciato la sua dimora. Sono per sempre il Tuo Effetto, e Tu sempre e per sempre la mia Causa. Io sono rimasto come Tu mi hai creato. Dimoro tuttora dove Tu mi hai posto. E tutti i Tuoi attributi si trovano in me, poiché è Tua Volontà avere un Figlio così simile alla sua Causa che la Causa ed i Suoi Effetti sono indistinguibili. (L.pII.326.1:1,2,3,4; corsivo aggiunto).

E pertanto mentre gli insegnamenti del Corso sono esposti in un linguaggio dualistico, deve essere compreso che il loro scopo è quello di ricondurci, oltrepassando la nostra credenza nella dualità, a quell'unità che costituisce la nostra unica realtà.