Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1241 Posso comprendere l’amore di Dio per gli altri ma non per me.

 

D # 1241: Ho lottato per la maggior parte della mia vita col fatto di non essere mai pienamente consapevole dell’Amore di Dio nei miei confronti.  Comprendo ed apprezzo il Suo Amore per gli altri, ma non per me. Forse la causa sta nelle esperienze della mia infanzia, o semplicemente in un misero senso di valore per me stesso. Le ragioni potrebbero essere infinite. Vedo i problemi e gli errori nel mio modo di pensare, ma questo non offre una risposta o una guarigione. Mi sento abbandonato da Dio. Il Suo Amore semplicemente non è alla mia portata. Come faccio a guarire questo pensiero quando non mi vedo nemmeno abbastanza degno di essere udito da Dio? Quando leggo e studio il Corso, è come se il mio ego, la mia resistenza sia più grande e più forte di Dio e che Egli stia aspettando che io prima guarisca questa percezione di me stesso e di Lui, e fino a quel momento Egli resterà semplicemente in silenzio. Questo potrebbe essere vero?

 

R: La resistenza a cambiare le nostre credenze su noi stessi è l’aspetto principale nel processo spirituale di ogni studente, come lo è il sentirsi indegno di amore. Il libro di Kenneth Ending Our Resistance to Love affronta direttamente queste tematiche. Come viene discusso in questo libro, essere consapevole della tua resistenza è estremamente utile, ma ciò che bisogna aggiungere a ciò è la decisione di non giustificare i tuoi sentimenti di indegnità. Sebbene talvolta sia utile scavare nel passato per gettare luce su questo senso di indegnità, la chiave per risolvere il conflitto è rendersi conto che stai prendendo la decisione di mantenere quella credenza riguardo a te stesso nel presente. Questo è ciò su cui devi portare l’attenzione. L’ego ama portare al passato perché il passato non può essere cambiato, il che significa che saremo tentati di trattare le condizioni presenti come limiti o difficoltà su cui non possiamo fare nulla. Un punto a favore dell’ego!

Approcciare il tuo senso di indegnità come una credenza che stai scegliendo nel presente (anche se non ne fai esperienza in quel modo) ti fa avanzare al passo successivo di guardarlo ora dalla prospettiva dello scopo: se stai scegliendo quella credenza, devi farlo con uno scopo, il che significa che in esso c’è una ricompensa, qualcosa che vuoi. Siccome ti lascia con la sensazione di essere completamente separato da Dio e persino senza speranza, allora l’obiettivo di continuare a crederci è di mantenere la tua esistenza separata da Dio. Ma la colpa per questo (inconscia, naturalmente) necessita il proiettarne la responsabilità, con il risultato di sentire che Dio ti ha abbandonato.

Ecco perché Gesù enfatizza che il sentirsi indegni dell’Amore di Dio non è umiltà né in alcun senso virtuoso, diversamente dalla visione di molti altri percorsi spirituali (L.pI.61). La lezione 93 “Luce, gioia e pace dimorano in me” puntualizza che i nostri sentimenti negativi sono “impressi così fermamente che è difficile aiutarti a vedere che sono fondati sul nulla” (L.pI.93.2:1). Sono credenze e sentimenti senza significato perché poggiano sul falso presupposto che siamo davvero separati da Dio e di conseguenza siamo disperatamente peccaminosi e indegni. Come parte della correzione, Gesù ci assicura che “La tua assenza di peccato è garantita da Dio. Questo dovrà essere continuamente ripetuto, finché verrà accettato. … O sei come Dio ti ha creato o ciò che hai fatto tu. Un solo Sé è vero: apprezzaNe la santità e l’amore dal quale è stato creato. Cerca di sentire l’unità del tuo unico Sé” (L.pI.93.6:1,2; 9:1,2,3). Rendersi conto che la nostra negatività è radicata in nulla di reale è estremamente utile, perché allora non staremmo più a combattere contro qualcosa che pensiamo sia reale.

Per rispondere alla tua ultima domanda: dalla prospettiva del Corso non potrebbe essere vero che Dio stia attendendo che tu cambi le tue credenze prima di venire a te. Questo significherebbe dare a Dio tratti umani e, cosa più importante, implicherebbe che Dio in qualche modo ci riconosca come separati da Lui, che è l’esatto opposto del principio di Espiazione che afferma che la separazione non è mai avvenuta. I passaggi del Corso che parlano di Dio in quel modo sono intesi ad aiutarci con la nostra paura di Lui così da farci crescere e aver fiducia in Lui come amorevole, confortante e perdonante anziché vendicativo, giudicante e imprevedibile. Questo Corso corregge tutte le nostre errate percezioni su ogni cosa e deve usare il linguaggio che va incontro al nostro livello di bisogno, affinché ci possa poi elevare a livelli più alti, portandoci sempre più vicini alla perfetta Unità di Amore, la nostra vera ed eterna Identità. Siccome l’Amore è perfetta Unità, è semplicemente sciocco pensare che ci possa essere qualcosa di reale che possa opporsi ad Esso, “un potere al di là dell’onnipotenza” (T.29.VIII.6:2). Ciò che sembra così potente e distruttivo altro non è che “un topo terrorizzato che vorrebbe attaccare l’universo” (T.22.V.4:3): il nostro ego apparentemente mostruoso non ha nemmeno il potere di fermare la caduta di un bottone (T.18.IX.6:4), e se la pensiamo diversamente è solo perché vogliamo che sia in quel modo, non perché sia così in realtà. Di nuovo, i nostri sentimenti di impotenza e indegnità sono tutti basati sul nulla. Questo è ciò che scegliere Gesù come nostro insegnante ci aiuterà ad imparare, rendendoci così liberi di essere il Sé che Dio ha creato.

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