Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 253 Se il mondo non è reale, perché semplicemente non ignorare gli obblighi mondani?

 

D # 253: Capisco che, sulla base dell’errore, abbiamo fatto apparire reale il mondo esterno. Inoltre Un corso in miracoli dice, ogni volta che sorge un problema, di non guardare il problema (il che lo renderebbe “più reale”). Dobbiamo invece guardare dentro. E’ come dire che se le cose del mondo (inclusi gli obblighi) sono tutte irreali, allora possiamo semplicemente “mollare” o “lasciare andare” (affidando tutto a Dio). E’ come dire – lascia perdere le tasse o le bollette, o il mondo intero, perché tanto non sono reali. Tuttavia nel Corso Gesù insegna, o almeno accenna a, come guardare (fuori o dentro) senza giudizio (perché non c’è niente da giudicare). Puoi gentilmente darci indicazioni per chiarire questa illusione?

 

R: Un Corso in Miracoli è un percorso spirituale concepito come un programma di apprendimento. In questo contesto, il mondo e tutte le circostanze della nostra vita diventano una scuola per imparare ed applicare i principi del Corso. Tutto nella nostra vita è pertanto importantissimo per il nostro apprendimento, e non deve essere semplicemente “lasciato perdere”. Deve essere esaminato, reinterpretato e trasformato.

Sebbene in verità sia un’illusione (L.155.2:1), il mondo è molto reale per coloro che si percepiscono separati da Dio, il che include la maggior parte di noi. Per applicare alla nostra vita i principi del Corso è importante non confondere i livelli di insegnamento. Il Corso non ci chiede di smettere di fare nessuna delle cose che facciamo nel mondo come corpi. Questo non è un Corso sul comportamento – è un Corso di addestramento della mente. Un corso in miracoli è rivolto alla mente, e si occupa solo del contenuto della mente. Affrontare un problema percepito nel mondo non è ciò che rende reale l’errore. Ciò che rende reale l’errore nella nostra consapevolezza, sebbene non nella verità, è il credere che il problema percepito sia la causa del nostro turbamento e che abbia un effetto sulla verità di chi siamo.

Quando il Corso ci chiede di guardare dentro, non dice di ignorare o non considerare il problema così come è percepito nel mondo. Anzi, ci dice che dobbiamo guardare ciò che abbiamo fatto: “Nessuno può sfuggire alle illusioni a meno che non le guardi, perché il non guardarle è il modo per proteggerle. Non c’è bisogno di rifuggire le illusioni, perché esse non possono essere pericolose… Le “dinamiche” dell’ego saranno la nostra lezione per qualche tempo, poiché dobbiamo dapprima guardarle per vedere al di là di esso, dal momento che lo hai reso reale. Insieme disferemo tranquillamente questo errore, poi guarderemo, al di là di esso, la verità.” (T.11.V.1:1,2,5,6; corsivo aggiunto). Così i passi previsti nell’applicazione dell’insegnamento del Corso iniziano col vedere il problema come lo abbiamo inventato nel mondo, occupandoci del problema nel modo normale (cioè pagando tasse e bollette), mentre impariamo a riconoscere che il problema è stato inventato come cortina fumogena al posto del problema vero, che è la scelta nella mente di prendere sul serio il pensiero di separazione.

Rendersi conto dello scopo che l’ego assegna ai problemi del mondo è ciò che il Corso intende con “guardare dentro”. Siccome crediamo che il mondo con le sue bollette e le sue tasse sia reale, abbiamo certo dei giudizi che dobbiamo riconoscere perché rivelano le nostre credenze nascoste riguardo alla scarsità, alla vittimizzazione, etc. Questo fa parte del processo di guardare dentro. Il mondo e i nostri sentimenti ci mostrano i “segreti oscuri” (T.22.VI.9:5) che la nostra mente contiene. Non possono essere dissipati se non ne siamo consapevoli.

Allo stesso modo non possiamo disfare la credenza nel corpo negandolo e successivamente ignorando le specifiche condizioni della vita in un corpo. Il non pagare bollette o tasse apporterebbe certamente una valanga di altri problemi. La situazione esacerbata rinforzerebbe la cortina fumogena dell’ego e non faciliterebbe la guarigione. Solo quando il reale problema – credere nella separazione – è riconosciuto possiamo rivolgerci allo Spirito Santo nella nostra mente per cercare la reale soluzione – disfare la credenza nella separazione attraverso il perdono. Una volta che questo è stato raggiunto, saremo pronti a credere che il mondo con tutti i suoi “problemi” non sia reale e procedere al di là di esso verso la verità.